La vostra privacy è importante per noi

Questo sito web non utilizza cookie e tecnologie analoge per la raccolta/trattamento dei dati personali.

Le informazioni che ci trasmettete quando compilate il modulo online per la riservazione/organizzazione delle nostre visite guidate sono utilizzate unicamente per questo scopo. Su richiesta è possibile in seguito cancellare tali dati.

Informazioni dettagliate al riguardo sono consultabili nella nostra dichiarazione sulla protezione dei dati.
Chiudere

Eventi e proposte


10 ottobre 2024 - comunicato stampa della Fondazione Bolle di Magadino

50 anni di protezione delle Bolle di Magadino


Nel 1974 il Consiglio di Stato del Cantone Ticino statuiva l’Ordinanza per la protezione delle Bolle di Magadino.

A firma del presidente del governo, on. Ugo Sadis, e promulgata dall’allora Dipartimento delle pubbliche costruzioni guidato dall’on. Argante Righetti, il 25 maggio 1974 venne sancita l’Ordinanza specifica per la protezione delle Bolle di Magadino (poi rivista parzialmente nel 1979). Il governo mantenne così l’impegno che si era assunto nel 1970, Anno europeo della natura.

L’importanza delle Bolle per l’avifauna aveva già portato il Consiglio di Stato nel 1932 ad istituire un rifugio ornitologico alla Foce della Verzasca, purtroppo cancellato un paio d’anni dopo con grande delusione di Pro Avifauna.

Nel 1964 Le Bolle sono segnalate per il loro pregio ornitologico come degne di tutela dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (UICN) e dal Consiglio Internazionale per la Protezione degli Uccelli (ICPB) tramite un progetto finalizzato alla protezione e alla conservazione delle maggiori zone umide europee e nordafricane. Ma localmente la raccomandazione rimase latente.

Tra gli anni ‘50 e ’70 vi furono diversi grandi progetti che si pensava insediare sulle sponde del lago tra Magadino e Gordola. Alcuni faraonici, come lo scalo merci ferrovia-battello progettato per il trasbordo del carbone e il suo trasporto dalla Germania verso l’Italia, altri più settoriali come aree turistiche e alberghiere. Una svolta importante fu data il 18 maggio 1969 dal netto rifiuto popolare al finanziamento della costruzione dell’aeroporto cantonale Locarno-Magadino con una pista asfaltata di 1’800 m.

In quel periodo, sia a livello locale sia a livello internazionale, ci fu una mobilitazione importante sulle tematiche di natura e paesaggio. Da questo terreno fertile e con la motivazione e l’impegno di molte persone, nel 1974 nacquero formalmente le Bolle di Magadino, così come nacque nel 1971 la Convenzione internazionale per le zone umide (Ramsar), nella quale dal 1982 sono iscritte anche le Bolle, grazie al lavoro diplomatico e di mecenate dello svizzero Luc Hofmann.

Nelle Bolle un ruolo importante è dato alla ricerca scientifica e alla gestione attiva per preservare il valore naturalistico e la funzionalità ecologica della zona palustre. La dislocazione del silos Ticino e la rinaturazione della foce del fiume nel 2009 rappresentano il maggior intervento di valorizzazione della riserva, tanto richiesto fin dagli inizi della protezione.

Nell’ambito di un piccolo evento commemorativo, la Fondazione Bolle di Magadino ha ringraziato le persone che hanno contribuito e contribuiscono tutt’oggi all’esistenza della riserva naturale e al raggiungimento degli obiettivi per conservarla funzionale. In questo ambito è stato presentato per la prima volta un documentario, dedicato ai giovani, intitolato “la natura che affascina i giovani” realizzato nell’ambito del riconoscimento del lavoro promosso da Luc Hofmann e dei siti Ramsar situati in Svizzera.

Per ulteriori informazioni Nicola Patocchi, 091 795 31 15, fbm@bluewin.ch

Un lancio del filmato è visionabile a questo indirizzo:

https://vimeo.com/teenergy/magadinoba?share=copy

L’intero documentario sarà presentato prossimamente al pubblico.


None




None


Comunicato stampa del 12 luglio 2023 - Cameri (NO)

Per una regolazione sostenibile del Lago Maggiore


I risultati del progetto PARCHIVERBANOTICINO sono stati presentati il 12 luglio 2023 a Villa Picchetta - Cameri (NO), sede del capofila italiano, dopo 4 anni di studi e ricerche sugli ecosistemi di riva del Lago Maggiore e sul fiume Ticino sublacuale.

Lo studio è stato finanziato tramite i fondi per lo sviluppo regionale INTERREG Italia-Svizzera, il Cantone Ticino (Ufficio dei corsi d’acqua e Ufficio della protezione della natura e del paesaggio del Dipartimento del Territorio) e la Confederazione svizzera.


Il progetto Interreg "PARCHIVERBANOTICINO" si è posto l’obiettivo di migliorare la gestione della risorsa idrica nel sistema Verbano/Ticino in ottica ambientale, tramite la valutazione degli effetti della regolazione dei livelli del Lago Maggiore sugli ecosistemi naturali. Esso ha rappresentato una preziosa occasione di confronto tra i numerosi soggetti con competenze diverse sul territorio, che hanno cooperato per un sistema di regolazione efficiente e sostenibile del Lago Maggiore e, di conseguenza, delle portate del fiume Ticino più a valle.

Nell’ambito del progetto sono stati eseguiti analisi e rilievi nelle aree naturali protette del Lago Maggiore (Bolle di Magadino, Foce della Maggia, Fondotoce, Dormelletto, Bozza Monvalle, Sabbie d’oro, Angera e Sesto Calende) e sul fiume Ticino sublacuale nel periodo 2019-2023, esaminando diversi gruppi tassonomici animali (uccelli, pesci, invertebrati) e vegetali.
La verifica degli effetti dell’innalzamento primaverile-estivo della soglia massima di regolazione (25 cm in più rispetto alla soglia in vigore dal 1943) è stata al centro delle analisi.

Dai risultati emerge come un innalzamento prolungato dei livelli idrici, in particolare nel periodo inizio-primaverile, costituisca un fattore critico per la rigenerazione del canneto e il mantenimento delle sue attuali superfici lungo le sponde del lago, andando ad inficiare il suo valore di habitat come sito di sosta per l’avifauna migratrice. In questo contesto, l’eventualità di aumentare la soglia massima di regolazione di ulteriori 25 cm, in particolare nei mesi di marzo e aprile, andrebbe ad accentuare le criticità evidenziate, con il rischio di compromettere gli obiettivi di conservazione delle aree protette lacuali.

A causa della complessità dei fattori che influenzano gli equilibri degli ecosistemi fluviali, non è stato possibile indagare in modo diretto gli effetti della regolazione dei livelli del Lago Maggiore sul fiume Ticino sublacuale. Dal punto di vista ambientale, se da un lato l’innalzamento dei livelli del lago causa interferenze con gli habitat perilacuali (con particolare riferimento al canneto), dall’altro può essere garanzia di maggiori disponibilità idriche per l’ecosistema fluviale nei periodi più siccitosi durante i quali gli habitat fluviali possono subire effetti drammatici, a causa di portate ridotte per lunghi periodi, come ad esempio nel 2022.

Per il fiume Ticino a valle della diga di Sesto Calende emerge che il rispetto dei valori del Deflusso Minimo Vitale è prioritario per il mantenimento di buone condizioni delle cenosi fluviali e che valori di portata superiori, insieme a un regime idrologico il più possibile naturale, possono garantire una migliore qualità degli ecosistemi fluviali, una maggiore capacità autodepurativa, la connessione con i rami laterali del fiume e la conservazione degli habitat forestali perifluviali. Tali obiettivi sono direttamente correlati alla costante disponibilità idrica a monte, favorita dal mantenimento di buone disponibilità idriche nel Lago Maggiore nei periodi tardo primaverili e di inizio estate.

Il possibile percorso da intraprendere in un’ottica di regolazione sostenibile del Lago Maggiore, passa attraverso un’articolazione dei suoi livelli massimi maggiormente flessibile, tenendo conto degli effetti sugli ecosistemi naturali e dei molteplici fattori, in primis legati ai cambiamenti climatici, che condizionano la disponibilità della risorsa idrica per i diversi utilizzi.

Un sistema maggiormente flessibile della gestione delle soglie massime del lago, in particolare nel periodo 1° marzo - 30 aprile, garantirebbe la rigenerazione dei canneti lacustri evitando la sommersione delle cannucce in fase di crescita. La possibilità di espansione dei canneti verso terra è un’altra strategia da valutare che merita approfondimenti.

Queste in estrema sintesi le conclusioni del progetto presentate e condivise il 12 luglio in una tavola rotonda che ha visto la partecipazione dell’Autorità di bacino distrettuale del Fiume Po, che coordina il tavolo istituzionale di sperimentazione sulla regolazione del Lago Maggiore, e di alcuni rappresentanti dell’Organismo di consultazione bilaterale italo-elvetico, con l’auspicio di contribuire alle decisioni future per una gestione sostenibile del lago.

Cameri, 12 luglio 2023

Ente di Gestione delle Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore - capofila italiano di progetto
Fondazione Bolle di Magadino (FBM) - capofila svizzero di progetto
Parco Lombardo della Valle del Ticino
Università degli studi dell’Insubria
CNR-IRSA di Verbania
Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola
Consorzio del Ticino

Contatti:
per il capofila italiano: Emanuela Sarzotti, esarzotti@parcoticinolagomaggiore.it, 0039 011 4320054
per il capofila svizzero: Nicola Patocchi, fbm@bluewin.ch, 0041 91 795 31 15

Per informazioni: www.parchiverbanoticino.it

Scarica il documento finale di progetto: https://www.parchiverbanoticino.it/images/PDF/WP72_Governance_ambientale_Lago_Maggiore_26062023_def.pdf


None

Comunicato stampa del 20 gennaio 2022: Cantone Ticino - Dipartimento del territorio

Regolazione dei livelli del Lago Maggiore


None

Delta del Fiume Ticino

In riferimento alla delibera del 20 dicembre 2021, tramite la quale il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po ha approvato un nuovo innalzamento dei livelli del Lago Maggiore nell’ambito del proseguimento della sperimentazione - per il periodo 2022-2026 - della regolazione estiva del bacino imbrifero, il Dipartimento del territorio (DT) ne prende atto ed esprime preoccupazione per quanto deciso.

Nella fattispecie, il DT ha esternato i propri timori all’indirizzo dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e dei gruppi di interesse coinvolti, evidenziando come in gioco vi sia, in particolare, la sicurezza contro le esondazioni e la tutela degli ambienti naturali protetti delle Bolle di Magadino.

La regolazione estiva dei livelli del lago Maggiore è stata oggetto nel periodo 2015 – 2020 di un primo programma di sperimentazione che ha permesso di valutare gli effetti del livello estivo massimo di regolazione a +1,25 metri sullo zero idrometrico di Sesto Calende. La sperimentazione, autorizzata dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, è stata seguita da un Tavolo Tecnico e si è conclusa nel 2020. Il Cantone Ticino (e per esso il DT) e l’UFAM, hanno partecipato, a partire dal 2017, ai lavori del Tavolo con tre esperti designati.

L’Organismo di consultazione bilaterale italo-svizzero, costituitosi nel frattempo, ha espresso un parere formale congiunto sui risultati della sperimentazione conclusa, accompagnato da un’ipotesi tecnica per l’avvio di un nuovo periodo di sperimentazione quinquennale.

Con delibera del 20 dicembre 2021, il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po ha approvato il proseguimento della sperimentazione per il quinquennio 2022-2026.

Il DT, sulla scorta di quanto deciso dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, intende precisare quanto segue:

  • la delegazione svizzera ha ribadito l’opportunità di dare seguito ad un ulteriore periodo di sperimentazione mantenendo invariate le soglie definite (livello massimo di regolazione estiva a +1,25 metri, con possibilità di innalzamento a +1,35 metri, nel caso di manifestazione o previsione di situazioni di severità idrica “media” o “alta” nell'area vasta costituita dall'asta del Fiume Ticino e del Fiume Po) per consentire un proseguimento omogeneo delle attività di monitoraggio ambientale. Per contro, il raggiungimento di un livello estivo massimo ulteriore di +1,50 metri non è un obiettivo a sé stante.
    Inoltre, va privilegiata una gestione dinamica dei livelli del Lago Maggiore dal 15 marzo al 15 settembre per meglio conciliare lo sfruttamento della risorsa idrica a valle di Sesto Calende con le esigenze ambientali e di sicurezza del territorio lacustre nei periodi più sensibili; ciò vale in particolare a inizio primavera per gli ambienti palustri delle Bolle di Magadino e a fine estate per la gestione delle piene;

  • nell’ambito della nuova sperimentazione 2022-2026 dovranno altresì essere approfonditi i benefici e i costi ambientali, sociali ed economici derivanti dalle maggiori risorse disponibili a seguito dell’innalzamento del livello di regolazione. Il quadro generale dovrà considerare l’insieme del bacino afferrante e le esigenze di tutti i portatori di interesse a monte e a valle della diga di regolazione della Miorina e non solo le necessità irrigue, idroelettriche o ambientali del Ticino sublacuale. A tal scopo si prevede di valorizzare nel prossimo periodo di sperimentazione le analisi e le conclusioni raggiunte in precedenti progetti di cooperazione italo-svizzera.


None




Ecosistemi di frontiera

Riqualificazione del Bacino del fiume Ticino. Un fiume, molti sistemi, un paesaggio.



Pubblicato il Piano per riqualificare il territorio del fiume Ticino, tra Svizzera e Italia.
Dalla collaborazione transfrontaliera di 30 enti italiani e svizzeri nasce il Piano di riqualificazione del corridoio ecologico del Fiume Ticino. Il documento unisce gli sforzi dei due Paesi per proteggere la biodiversità del territorio intorno al fiume, promuovendo il benessere sociale ed economico delle comunità.



Migliorare lo stato di salute degli ambienti unici lungo i 248 km del corso del Ticino, tra la Val Bedretto (in Svizzera) e la confluenza con il Po in Italia. Questo l’obiettivo che ha spinto Istituto Oikos, insieme a un’alleanza italo-svizzera, ad elaborare il Piano di riqualificazione del corridoio ecologico del fiume Ticino 2021-2031.

Questi ambienti e le numerose specie che vi abitano si trovano infatti in una delle aree più popolate ed economicamente attive d’Europa, con i rischi per la biodiversità che ne derivano. I cambiamenti climatici e gli eventi estremi (incendi, tempeste, siccità) rappresentano un’ulteriore complicazione, sia per gli habitat locali che per l’uomo.

Le amministrazioni di Italia e Svizzera, e specialmente le aree protette dei rispettivi Paesi, sono impegnate da tempo per proteggere gli ecosistemi più fragili di questo territorio. Tali sforzi non sono però mai stati coordinati su grande scala a comprendere tutto il territorio transfrontaliero del Ticino (Figura).
Tra novembre 2019 e febbraio 2021 Istituto Oikos, grazie al finanziamento di Endangered Landscape Programme, ha coordinato l’elaborazione del Piano di riqualificazione del corridoio ecologico del fiume Ticino.

Questo documento è frutto del lavoro congiunto di moltissimi enti: amministrazioni pubbliche (Canton Ticino, Provincia di Pavia e Provincia di Varese, ERSAF, Ente Nazionale Risi, Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi, Associazione di Irrigazione Est Sesia), aree protette (Parco Lombardo Valle del Ticino), Parco Ticino Lago Maggiore), Fondazione Bolle di Magadino), Parco Regionale Campo dei Fiori) Riserva MAB Val Grande Verbano Ticino)), organizzazioni della società civile (es. LIPU, FICEDULA, CIRF), enti di ricerca (Università dell’Insubria, di Milano, di Pavia e di Torino e società private (Graia, Idrogea Servizi, Etifor, Eleade.

Il Piano contiene 75 azioni che contribuiranno a raggiungere 5 grandi obiettivi: migliorare la governance transfrontaliera, sperimentando anche nuove forme di gestione del territorio; garantire i servizi che la natura può offrire all’uomo e lo sviluppo di attività economiche sostenibili; rinforzare la connessione ecologica tra le Alpi e gli Appennini con interventi di riqualificazione ambientale; migliorare lo stato di conservazione di specie animali e vegetali particolarmente rare e minacciate o localmente estinte; promuovere la resilienza degli ecosistemi e delle comunità umane ai cambiamenti climatici.

Per raggiungere questi ambiziosi traguardi, è stato firmato un Accordo di collaborazione da parte dei principali enti italiani e svizzeri che hanno partecipato alla fase preparatoria del Piano. Gli enti, supportati da Istituto Oikos in veste di segretariato tecnico, formalizzano così l’iniziativa italo-svizzera per la riqualificazione del Ticino, impegnandosi a trovare i fondi e a collaborare nei prossimi anni per la realizzazione del Piano.
Il Piano è disponibile sul sito di Istituto Oikos a questo link.

Per maggiori informazioni: www.istituto-oikos.org/progetti/elp-ticino
Email di riferimento: martina.spada@istituto-oikos.org


None

Area Iniziativa Ticino


Collegamenti utili


In evidenza


Forte Olimpio

Forte Olimpio

Accordo di gestione con l’Associazione Fortificazioni Gambarogno


Progetto delta vivo

Progetto delta vivo

Un delta vivo... per la natura... per la gente...


Fiume Ticino

Fiume Ticino

Evoluzione del nuovo delta del Ticino


Avifauna e disturbo aereo

Aerodromo di Locarno

Avifauna e disturbo aereo


Articolo estratto dalla rivista ornitologica "Avinews"
Edizione: Aprile 2017, p. 8
Editore: Stazione ornitologica svizzera,
CH-6204 Sempach
File PDF (100 KB)


Resoconto sull'utilizzo di Bacillus thuringiensis israelensis (Bti) nella lotta alle zanzare.
Conoscenze acquisite fino al 31.12.2014
File PDF (615.5 KB)