Gestione

Gestione



Perché gestire le Bolle?


In questi ultimi cento anni le Bolle di Magadino hanno subito tanti e tali condizionamenti da non poter più essere considerate in uno stato di completa naturalità.

missing

Evacuazione rifiuti abusivi

missing

Sfalcio canneto


Le opere di arginatura e di bonifica fondiaria di questa prima metà di secolo hanno isolato e ridotto considerevolmente la superficie palustro-alluvionale originaria, scorporandola dal contesto naturale dell’intero Piano di Magadino e sottomettendola quindi a perniciosi effetti "d’insularità".

missing

Pulizia lago

missing

Decespugliamento


La regimazione dei deflussi a scopo idroelettrico dei fiumi Ticino e - in particolare - Verzasca ha compromesso in modo sostanziale la dinamica alluvionale dell’intero comparto deltizio, con grave pregiudizio sia per la neoformazione di superficie pioniere sia per il mantenimento della grande varietà di ambienti che caretterizza l’intera zonazione degli ecosistemi lacustro-alluvionali.

missing

Rinaturazione stagni e lanche

missing

Progetti speciali


La neoformazione di superfici alluvionali pioniere è stata per di più ostacolata per decenni dall’intensa attività di escavazione ed estrazione alla foce dei due fiumi.

missing

Ricerca

missing

Ecovolontariato


A partire dagli anni ’40 la regolazione artificiale del Verbano provocò un innalzamento significativo del livello medio del lago ed uno sfasamento dell’andamento stagionale dei livelli particolarmente marcato in inverno; questo fattore di disturbo è oggi ritenuto uno dei maggiori responsabili del regresso dei consorzi vegetali litoranei e della conseguente invasione della canna palustre nell’entroterra, nonchè delle numerose altre perturbazioni che si producono periodicamente sulle comunità animali palustri (p.es. sommersione delle nidiate degli uccelli acquatici).

missing

Manutenzione strutture

missing

Sorveglianza


Altro fattore destabilizzante concerne la qualità stessa delle acque che, soprattutto in passato (prima dell’entrata in funzione dei depuratori) condusse ad una eutrofizzazione quasi generalizzata del sistema idrico deltizio a grave danno della vegetazione sommersa e fluitante sia delle comunità animale acquatiche; questo fenomeno interessa tutt’ora i principali canali tributari ed alcune lanche interne contraddistinte da una forte anossia delle acque, mentre sono ancora frammentarie sono le notizie concernenti il carico inquinante derivante da pesticidi e metalli pesanti (sono tutt’ora in corso analisi sulla biotossicità potenziale e sull’accumulo di DDT nella catena trofica).

missing

Educazione ambientale

missing

Visite scolaresche


Infine lo sfruttamento agricolo del territorio retrostante non soddisfa affatto le prescrizioni dell’Ordinanza cantonale di protezione ne le normative in materia di tolleranza dei suoli; il tipo di sfruttamento attuale cotribuisce allo svilimento del valore naturalistico dell’intero comparto protetto, sia al deterioramento della qualità delle acque del sistema idrico palustre per infiltrazione o dilavamento dei concimi e dei prodotti fitosanitari.


Al fine di preservare durevolmente le comunità lacustro-alluvionali relitte e di recuperare quelle compromesse o andate perdute, appare dunque evidente che una gestione dell’intero sistema è assolutamente necessaria, pena la continua, progressiva ed inesorabile scomparsa delle specie più caratteristiche.


La gestione a sfalcio

Si noti come l’intervento di gestione diventi un elemento integrante dell’evoluzione degli ambienti, assumendo un ruolo che non era previsto negli obiettivi iniziali.
Dagli anni ’80 si pratica uno sfalcio autunnale-invernale delle superfici occupate dai cariceti e lischeti. L’estensione annuale dello sfalcio è dettata dal livello del lago, che rende possibile o meno l’accessibilità alle quote inferiori. Si usa un trattore leggero con rullo macinatore e il materiale falciato viene raccolto ed allontanato.
Molto interessante quindi la possibilità di avere a disposizione un territorio in cui per un periodo relativamente lungo si è praticato una gestione regolare e costante (intervenuto dopo un ventennio di abbandono completo).
I rilievi floristici eseguiti a partire dagli anni ’60 restano degli indicatori ecologici abbastanza interessanti (alle Bolle la tradizione naturalistica è soprattutto ornitologica e comunque l’avifauna è tenuta nella stessa considerazione per le decisioni di gestione); e in questa sede ci sembra un gruppo interessante per dimostare la situazione gestionale delle Bolle (Klötzli 1963, Meyer-Grass 1976, Meyer-Grass 1981-1985, Meier & Donati 1992, Tommasini 1998).